Se dicessi che non me lo aspettavo, mentirei.

Da quando è entrata in vigore la riforma dello sport il 1° Luglio 2023 (D.Lgs. n. 36/2021), si sono susseguiti circolari, correttivi ed articoli che hanno contribuito ugualmente ad integrare la riforma e a confondere i dirigenti (e professionisti), che faticavano ad orientarsi tra i precetti originali della riforma ed i cambiamenti. Per non parlare dei convegni e conferenze, che dire numerosissimi non rende l’idea del fermento che c’è stato nel settore.

Ce n’erano per tutti i gusti, sia online che in presenza, generali e di approfondimento, per professionisti e per laici. Si sono sviluppate sul territorio aree di dibattito fisiche e virtuali tanto che ho temuto che nell’elenco delle discipline sportive riconosciute, tra “danza sportiva” e “fistball” , comparisse la nuova disciplina “disquisizioni sulla riforma”. Una vera e propria sfilata in cui i massimi esperti tra avvocati e commercialisti si sono sfidati a colpi di precisazioni e chiarimenti, armati di slide, videocall, vademecum e griglie di comparazione interstellari.

E poi, oggi, 30 Novembre 2023, a un mese dalla data ultima per gli adeguamenti per gli statuti (l’Armageddon era fissato al 31/12/23)… arriva la proroga. Più agognata dalle Associazioni di quanto un bambino aspetti il Natale.

Si apre il Mar Rosso e il mondo sportivo si manifesta in due enormi suddivisioni: chi aveva corso immediatamente, nel miglior spirito civico, per fare l’adeguamento, e chi invece ha saputo aspettare, ben consapevole che la proroga sarebbe arrivata. Pensando ad Esopo direi che il primo gruppo è quello delle formiche, che lavora tutta l’estate per preparare le provviste, ed il secondo è composto dalla squadra delle cicale.

Dico anzi che la proroga “doveva” arrivare, perché alla soglia di novembre era ormai evidente a tutti (quelli che volevano osservare la realtà) che non era assolutamente fattibile adeguare gli statuti entro i termini, principalmente per un motivo: l’agenzia delle entrate non aveva una capienza adatta ad accogliere gli appuntamenti delle associazioni che dovevano registrare il nuovo statuto.

Ora, sulla soglia di un traguardo (mobile) che assomiglia più ad un campo di battaglia, vediamo a terra i professionisti (e dirigenti) che hanno fatto i salti mortali per rispettare le tempistiche. Certo, potranno sempre dire “però noi ora siamo già a posto”, ma hanno fatto uno sforzo molto maggiore di chi ora si adeguerà con linee guida e bozze più assestate, uno sforzo che non si vedranno ripagati adeguatamente. Un po’ come se la formica avesse visto recapitare alla cicala una fornitura di vettovaglie per l’inverno alla discesa del primo fiocco di neve.
Per quanto mi riguarda, in qualità di Presidente Libertas Valle d’Aosta, ho dovuto imparare che è meglio stare nella squadra delle cicale. Soltanto adesso si è palesato che solo ora è arrivato il momento in cui mettersi a lavorare sul serio. Lunedì 4 Dicembre inizieremo il primo laboratorio pratico con i dirigenti delle Associazioni Sportive accompagnati di un professionista preparato.

(Comunque per onore di cronaca, io mi sento un po’ formica, poiché è un anno che seguo ogni convegno, articolo e circolare possibile. E chissà, forse un giorno la squadra delle formiche vincerà.)

Elisa Giordano

Presidente del Centro Regionale Sportivo Libertas Valle d’Aosta APS e responsabile nazionale del Terzo Settore Libertas.