Nello stesso giorno, il 13 aprile, in cui l’Unione europea ha versato all’Italia la prima rata da 21 miliardi di euro per il Piano nazionale di ripresa e resilienza (nell’agosto scorso avevamo ricevuto l’anticipo da 24,9 miliardi), il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge per rafforzare l’attuazione dello stesso Pnrr. All’interno anche alcune misure fiscali, tra cui quella relativa alla fattura elettronica che, dopo il via libera a fine 2021 da parte dell’Ue, si appresta a diventare obbligatoria anche per le partite Iva in regime forfettario. Si parte il 1° luglio, ma non tutti. La norma infatti è stata depotenziata rispetto a quanto previsto inizialmente, ovvero l’obbligatorietà della fattura elettronica a tutte le partite Iva soggette alla flat tax. Vediamo allora cosa al momento prevede la bozza.
Fattura elettronica per forfettari sopra i 25 mila euro di ricavi
La fatturazione elettronica è il sistema digitale per emettere e trasmettere le fatture. Eliminando il formato cartaceo, si cerca di rendere il processo più trasparente, limitando l’evasione. E, infatti, l’entrata in vigore della fatturazione elettronica nel 2019 ha consentito all’Italia di recuperare imposte per circa due miliardi di euro sul fronte dell’Iva. Dunque, come detto, a partire dal primo luglio, l’obbligatorietà riguarda anche i titolari di partita Iva in regime forfettario, finora esclusi. Dalla prossima estate chi applica la flat tax al 15% (o al 5% se rientra nei primi 5 anni dall’apertura) dovrà emettere fattura solo in formato digitale e solo in caso di ricavi e compensi superiori ai 25 mila euro. La bozza del decreto, approvata dal Consiglio dei Ministri, infatti, cancella gli esoneri previsti dal dl 127 del 5 agosto 2015 (si tratta dell’articolo 1, comma 3). Inoltre, l’obbligo fattura elettronica arriva anche per le associazioni sportive dilettantistiche e per gli enti del Terzo settore che abbiano proventi da attività commerciali fino a 65 mila euro.
Esonero di fattura elettronica per chi è sotto i 25 mila euro di ricavi
L’ipotesi di allargare la platea di soggetti obbligati alla fatturazione elettronica a tutte le partite Iva in regime forfettario si è scontrata con le richieste della Lega. Alla fine, niente obbligo di fattura elettronica per le partite Iva in regime forfettario entro i 25 mila euro di reddito fino al 2024. Questa la modifica introdotta al pacchetto di norme-antievasione contenuto nel decreto sul Pnrr. In totale, quindi, l’esonero spetterebbe a circa 800 mila partite Iva, tra lavoratori autonomi e professionisti, che per altri due anni rimarrebbero nel regime forfettario e con la fattura «cartacea».
Regime transitorio e sanzioni
La bozza prevede un periodo transitorio per il passaggio alla fattura elettronica. Dal giorno in cui scatta l’obbligo e fino al 30 settembre 2022, infatti, il periodo entro il quale si deve emettere fattura non sarà dato dai consueti 12 giorni, bensì la fattura potrà essere emessa il mese successivo, evitando le sanzioni tra i 250 e i 2 mila euro, previste in caso di emissione tardiva (si tratta di una cifra compresa tra il 5 e il 10% dei corrispettivi non documentati).
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Dal 1° Luglio 2022 obbligo di Fatturazione elettronica anche per alcune ASD
L’obbligo scatta dal 1° luglio
Nello stesso giorno, il 13 aprile, in cui l’Unione europea ha versato all’Italia la prima rata da 21 miliardi di euro per il Piano nazionale di ripresa e resilienza (nell’agosto scorso avevamo ricevuto l’anticipo da 24,9 miliardi), il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge per rafforzare l’attuazione dello stesso Pnrr. All’interno anche alcune misure fiscali, tra cui quella relativa alla fattura elettronica che, dopo il via libera a fine 2021 da parte dell’Ue, si appresta a diventare obbligatoria anche per le partite Iva in regime forfettario. Si parte il 1° luglio, ma non tutti. La norma infatti è stata depotenziata rispetto a quanto previsto inizialmente, ovvero l’obbligatorietà della fattura elettronica a tutte le partite Iva soggette alla flat tax. Vediamo allora cosa al momento prevede la bozza.
Fattura elettronica per forfettari sopra i 25 mila euro di ricavi
La fatturazione elettronica è il sistema digitale per emettere e trasmettere le fatture. Eliminando il formato cartaceo, si cerca di rendere il processo più trasparente, limitando l’evasione. E, infatti, l’entrata in vigore della fatturazione elettronica nel 2019 ha consentito all’Italia di recuperare imposte per circa due miliardi di euro sul fronte dell’Iva. Dunque, come detto, a partire dal primo luglio, l’obbligatorietà riguarda anche i titolari di partita Iva in regime forfettario, finora esclusi. Dalla prossima estate chi applica la flat tax al 15% (o al 5% se rientra nei primi 5 anni dall’apertura) dovrà emettere fattura solo in formato digitale e solo in caso di ricavi e compensi superiori ai 25 mila euro. La bozza del decreto, approvata dal Consiglio dei Ministri, infatti, cancella gli esoneri previsti dal dl 127 del 5 agosto 2015 (si tratta dell’articolo 1, comma 3). Inoltre, l’obbligo fattura elettronica arriva anche per le associazioni sportive dilettantistiche e per gli enti del Terzo settore che abbiano proventi da attività commerciali fino a 65 mila euro.
Esonero di fattura elettronica per chi è sotto i 25 mila euro di ricavi
L’ipotesi di allargare la platea di soggetti obbligati alla fatturazione elettronica a tutte le partite Iva in regime forfettario si è scontrata con le richieste della Lega. Alla fine, niente obbligo di fattura elettronica per le partite Iva in regime forfettario entro i 25 mila euro di reddito fino al 2024. Questa la modifica introdotta al pacchetto di norme-antievasione contenuto nel decreto sul Pnrr.
In totale, quindi, l’esonero spetterebbe a circa 800 mila partite Iva, tra lavoratori autonomi e professionisti, che per altri due anni rimarrebbero nel regime forfettario e con la fattura «cartacea».
Regime transitorio e sanzioni
La bozza prevede un periodo transitorio per il passaggio alla fattura elettronica. Dal giorno in cui scatta l’obbligo e fino al 30 settembre 2022, infatti, il periodo entro il quale si deve emettere fattura non sarà dato dai consueti 12 giorni, bensì la fattura potrà essere emessa il mese successivo, evitando le sanzioni tra i 250 e i 2 mila euro, previste in caso di emissione tardiva (si tratta di una cifra compresa tra il 5 e il 10% dei corrispettivi non documentati).
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